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La terra di ferro

Chi parlerà di voi uomini rossi
senza età senza bestemmie?
Chi parlerà dei vostri Natali
accanto alla ghisa lontano dai canneti
ove vivono gli ultimi gabbiani?
Con La terra di ferro del poeta tarantino Pasquale Pinto continua e si addensa la linea poetica inaugurata qualche tempo fa con un ampio volume antologico di Luigi Di Ruscio; linea che riconduce alla concreta esperienza del lavoro di fabbrica, che con Pinto ci trasporta in una Taranto splendida e terribile, attraversata da ferite immedicabili. Poesia operaia, dunque: a patto che l’espressione non si raggeli in una gabbia troppo stretta e divisiva; perché se operaia è senza dubbio l’esperienza in cui questa poesia affonda le sue radici, soltanto poetica, nel senso più ampio e più alto del termine, è poi la distillazione estetica e conoscitiva di una simile esperienza. Sin dal titolo, il riferimento concretissimo a una precisa realtà, della quale il ferro dice subito la condizione industriale, si apre tuttavia a una più vasta dimensione metaforica, a una condizione umana più generale, nel bilico costante tra spietata rappresentazione della devastazione (di esistenze, di paesaggi, di comunità) e audacia dello sguardo che si spinge verso un orizzonte ancora utopico, in cui la forza delle immagini prova a contraddire l’evidenza del disastro di un modello produttivo disumano. “Impara dai poveri a salutare i morti / a camminare nei cimiteri / a chiudere la giornata nelle spalle / ed anche a scegliere / quelli con cui alzare il vino / o aprire la giacca al sole // Impara da loro/ a tenere le mani alla luce / a indovinare l’acqua nel cielo / a trattare il pane col silenzio”.Fabio Pusterla
Collana: Le Ali
Genere: Poesia
Curatore: Stefano Modeo
Traduttore:
Illustratore: Luca Mengoni
Prezzo: 20,00€
Pagine: 144
EAN: 9788892941410
Data di uscita: 25/10/23
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