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Oltre le pagine di…

Mi chiamo Irma Voth

CONTENUTI SPECIALI

MI CHIAMO IRMA VOTH
di Miriam Toews

Traduzione di Daniele Benati

Miriam attrice, Miriam autrice

Era convinto che ogni cosa alla fine si sarebbe sistemata e di lì a sette mesi avremmo tutti quanti indossato bellissimi vêtements e bevuto champagne a un party su uno yacht, al festival del cinema di Cannes, dove grazie ai nostri sforzi avremmo fatto schiattare tutta la gente lì convenuta.

Proprio al Festival del Cinema di Cannes nel 2007 viene presentato il film Luz silenciosa dove il regista messicano Carlos Reygadas mette in scena il dramma di un uomo mennonita sposato, innamorato di un’altra donna.
Ambientato in una colonia mennonita nel deserto del Chihuahua e girato integralmente in plautdietsch, lingua basso tedesca parlata nelle comunità, è interpretato da attori non professionisti. Per Esther, la moglie tradita, Reygadas sceglie lei, Miriam Toews.

Luz silenciosa si aggiudica il Premio della giuria al 60° Festival del Cinema di Cannes, viene definito da Martin Scorsese “sorprendente” e Miriam Toews riceve una nomination come miglior attrice al Premio Ariel. Ma più volte, quando le viene chiesto se vuole continuare con il cinema, Miriam dichiara la sua fedeltà alla letteratura: “È stata una cosa anomala ed estemporanea. Il regista mi ha chiamata proprio perché non voleva un’attrice. Semplicemente ero una ragazza mennonita nei panni di un’attrice casuale. Un’esperienza interessante ma quello che voglio davvero fare è scrivere”.
Mi chiamo Irma Voth si ispira a questa esperienza cinematografica.

I mennoniti. La storia

In questo romanzo, come in altri, Miriam Toews ci porta nel mondo mennonita, una visione parallela del mondo rispetto alla nostra, basata su molte regole che l’autrice, e le protagoniste dei suoi romanzi, hanno dovuto sperimentare sulla propria pelle. Miriam è cresciuta in una comunità conservatrice del Canada come Nomi (Un complicato atto d’amore), ma in questo romanzo mette in scena la vita di Irma in una comunità del Vecchio Ordine nel nord del Messico, dove la protagonista vive un’esperienza di oppressione più estrema rispetto a quella dell’autrice.

Scopriamo qualcosa di più sulla storia di questa comunità.

La nascita del movimento mennonita risale al XVI secolo con l’avvento della Riforma protestante, e più specificamente in seguito alla rivolta di Münster guidata dagli anabattisti. Coloro che, pur credendo nei principi anabattisti, non condividevano gli eccessi degli atti commessi nella cittadina tedesca, si unirono al gruppo del riformatore olandese Menno Simons, il quale predicava la non violenza. A causa dei loro principi, tra cui l’assoluta contrarietà alla Chiesa di Stato, i mennoniti furono perseguitati per oltre due secoli sia dai cattolici che dai protestanti. Nel XVIII secolo molte comunità dovettero fuggire dai Paesi d’origine e stabilirsi in Olanda e, soprattutto, in Pennsylvania, lo Stato che ne ospita la più grande comunità al mondo. Oggi i mennoniti nel mondo sono più di un milione e mezzo: le comunità più grandi si trovano in Canada, Stati Uniti e in Africa; altre si trovano nell’America Centrale e in quella Meridionale. Anche in Italia esistono alcune comunità con sede a Palermo e a Bari e in tutto contano 500 mennoniti.

Menno Simons. Il padre fondatore

In questo romanzo, come in altri, Miriam Toews ci porta nel mondo mennonita, una visione parallela del mondo rispetto alla nostra, basata su molte regole che l’autrice, e le protagoniste dei suoi romanzi, hanno dovuto sperimentare sulla propria pelle. Miriam è cresciuta in una comunità conservatrice del Canada come Nomi (Un complicato atto d’amore), ma in questo romanzo mette in scena la vita di Irma in una comunità del Vecchio Ordine nel nord del Messico, dove la protagonista vive un’esperienza di oppressione più estrema rispetto a quella dell’autrice.

Scopriamo qualcosa di più sulla storia di questa comunità.

MENNO SIMONS. IL PADRE FONDATORE

Menno Simons nasce nel 1496 in Olanda in una famiglia contadina. Studia presso il monastero di Bolsward e nel 1524 diventa sacerdote. Ben presto però entra in contatto con il movimento anabattista e con la sua dottrina, che prevedeva un ulteriore battesimo da compiersi in età adulta. Seppur scettico, compie una ricerca sui testi sacri, a seguito della quale comprende che nella Bibbia non si parla di bambini battezzati. Ciò lo convince a unirsi al movimento, di cui diverrà il membro più influente, tanto che i suoi seguaci inizieranno a essere chiamati mennoniti. Negli anni che lo separano dalla morte, Simons si dedica a ulteriori studi teologici e alla diffusione della propria dottrina, improntata al pacifismo e alla non violenza.

I mennoniti. Una scelta di vita

Nonostante oggi molte congregazioni siano libere di scegliere come vivere, esistono alcuni aspetti fondanti della dottrina che sono sempre rispettati: il battesimo in età adulta e il rifiuto di prestare qualunque forma di giuramento o servizio militare. La lingua parlata dalla comunità è il plautdietsch, conosciuto anche come basso tedesco dei mennoniti, un dialetto derivante da quello prussiano che sta ormai per scomparire.

Molto diverse sono invece le abitudini dei gruppi del Vecchio Ordine, i quali rifiutano ogni forma di tecnologia, l’elettricità e utilizzano carrozze come mezzi di trasporto. Niente alcool, né contraccettivi. Vietati tutti i passatempi come i giochi e la musica. Hanno vestiti semplici ma molto diversi tra donne e uomini. Disapprovano il consumismo e il matrimonio al di fuori della comunità.

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